Una crossover col fuoco dentro.
In sella alla nuova crossover con motore da 152 CV: grinta da vendere, una bella elettronica e grande qualità costruttiva
Punta in basso il frontale della nuova crossover Suzuki, e sovrasta la ruota anteriore da 17”. Su quello che vuole comunicare la GSX-S 1000 GX non ci sono dubbi: grinta. Le linee sono tese, costruite su un intreccio di plastiche che soddisfano i (nuovi) canoni estetici di questo segmento, e appagano anche il tatto. Sì perché siamo al cospetto di una moto che è indiscutibilmente Suzuki, nei colori e nell’anima. Ben fatta, ben verniciata, dall’aspetto solido e duraturo.
Ma a quello che, tutto sommato, si era già visto (il quattro cilindri in linea da 152 cavalli, il telaio e il forcellone in alluminio, il serbatoio che è lo stesso della GT), la GX aggiunge molto di nuovo.
Si può guidare anche con il coltello fra i denti, questa “GX”
ELETTRONICA: TANTA MA NON TROPPA
Le sospensioni elettroniche, innanzitutto: 150 mm di escursione su entrambi gli assi e controllo elettronico. È la prima volta per una figlia di Hamamatsu ed è indubbiamente un “buona la prima”; già perché funzionano bene se si demanda tutto a loro, e si governano senza problemi se si vuole intervenire sui parametri di intervento.
A tal proposito: elettronica tanta senza essere troppa; tre mappature, molto diverse fra loro e molto efficaci.
La “A”, la più grintosa, pecca quasi in eccesso. Utilizzando questa impostazione, infatti, il quattro cilindri diventa rabbioso, con un’erogazione molto aggressiva e ricca. Eccellente il tiro in basso, impressionanti i medi con un transitorio dai 4.000 ai 7.000 giri che ha pochi eguali fra i concorrenti che impiegano la stessa architettura motoristica.
La mappatura “B” è più equilibrata: non si perde nulla in termini di elasticità ma si riesce a creare un rapporto più amichevole con la manopola del gas, soprattutto quando si va a parzializzare. Morigerata la “C” che addomestica i 152 cavalli fino a farli diventare tranquille bestie da attacco.
Intervenendo sulle mappature, cambiano anche il carattere della ciclistica e le modalità di intervento degli aiuti alla guida: alla mappa più aggressiva corrisponde un controllo di trazione lascivo e un setup rigido del comparto sospensioni. Ammorbidendo l’erogazione attraverso i Riding modes, diventano più protettivi anche gli altri parametri. Ma, attenzione, ogni settaggio è (facilmente) modificabile a piacimento. Si può quindi decidere di avere a disposizione tutta la grinta del quattro cilindri e imbrogliarlo in un settaggio molto conservativo del controllo di trazione e condire il tutto con sospensioni morbide.
3 mappature dunque, 7 step di intervento del TCS e 3 possibilità di set per forcella e mono.
C’è poi il precarico elettronico, che è ad attivo, fa quindi tutto lui in base al ritmo di guida e alle indicazioni della piattaforma inerziale, oppure si può impostare autonomamente in base al carico su 4 posizioni: solo, solo con bagaglio, coppia, pieno carico e, ovviamente, intervenire step by step attraverso il menu di regolazione.
Vi sembra difficile? Non lo è: il blocchetto multifunzione sinistro vi permetterà di destreggiarvi fra i parametri con estrema facilità e la strumentazione TFT è chiara e generosa di informazioni.
SUZUKI GSX-S1000 GX: SENSAZIONI DI GUIDA
Approccio tipicamente giapponese dunque: viene offerto ciò serve e che è stato deliberato dopo un lungo e attento sviluppo. Ed è proprio questa la sensazione che si prova alla guida della GSX-S 1000 GX: di essere a bordo di una moto matura, ottimamente costruita, attentamente rifinita in ogni dettaglio.
Si può guidare in tranquillità, godendo di una posizione di guida ben studiata, o con piglio più sportivo, non desiderando altre geometrie. Manubrio un po’ chiuso ma vicino al busto, pedane rialzate ma non costringenti, serbatoio stretto e sella molto comoda, con un bel rialzo posteriore utile nelle accelerazioni. Il passeggero è in alto, ma anche il suo piano di seduta ha una buona conformazione e imbottitura.
L’impianto frenante è firmato Brembo.
Non vibra, non scalda, non stanca. Insomma, la “GX” è una Suzuki in tutto e per tutto: una moto dal cuore grande e (molto) generoso, costruita con amore e sviluppata con passione.